Tuesday 1 February 2011

L'esigenza inglese di non porsi domande



Se c'e' una cosa che ho imparato bene della cultura inglese, e devo dire mi spiace anche, e' quanto loro poco combattano per le cose che vogliono. In generale si lamentano abbastanza dietro le quinte ma poi lasciano andare le cose come stanno. La definizione piu' giusta che riesco a trovare e' non si pongono e non pongono domande.

Questo aspetto e' venuto fuori svariate volte sul lavoro. Come ben sapete in ogni azienda si trova personale che non lavora e si copre dietro il lavoro degli altri, non piace a nessuno ma c'e' e in qualunque posto del mondo andrete ne troverete sempre. 
Purtroppo qui in Inghilterra c'e' l'aggravante che le aziende sono viste come sorta di grande famiglia e spesso chiudono un occhio e non mandano o richiamano queste persone con la conseguenza che il lavoro per loro lo deve fare qualcun'altro. Fin qui non racconto nulla di nuovo.

Recentemente e' accaduto un episodio che mi ha fatto letteralmente cascare le braccia. Premetto che da noi esistono quattro reparti ben differenti che si occupano di design e layout. Il nostro che si chiama Art Studio composto da grafici che creano il design, Editorial composto da persone che impaginano due riviste senza l'uso di particolare creativita' e fanno solo quello e Prepress che io definirei persone che sanno usare un software (Quark Xpress) e che lavorano solo secondo precise istruzioni del cliente senza metterci creativita' (che tra l'altro non hanno non essendo grafici) ed infine Production anche qui persone che sanno (sapere e' un parolone) usare un software che gli permettere di preparare il quotidiano e le riviste per la stampa la cosidetta imposition.

Succede che ogni mese in media mandiamo in stampa una rivista, che va direttamente nelle mani di Production. Il loro compito e' semplice e ogni volta toppano. Pochi giorni fa ci richiedono di modificare una cosa nel layout delle pagine di tutte le riviste (per chi ne capisce lo smargino), per tagliare corto un lavoro non lungo ma nel caso di una delle riviste si. In realta' il cambiamento non porta beneficio a nessuno se non a loro e sarebbe facilmente sviata se sapessero fare bene un lavoro di base semplice. Non ci viene dato un motivo per questo cambiamento ma la cosa che mi ha lasciato senza parole e' stato che solo le riviste curate dal mio reparto saranno afflitte da cio'. Le stesse due riviste, di base uguali, curate dal reparto Editorial no. La motivazione? "Perche' loro non sanno quello che fanno voi si"

Detto questo, il mio manager si e' lamentato un pochino ed era un po' annoiato dalla cosa. Io mi sono lamentata e ho chiesto spiegazioni piu' plausibili in risposta ho avuto il silenzio. Cosi' la prossima settimana perderemo tempo a fare una cosa perfettamente inutile che alcuni colleghi non dovranno fare perche' altri lo faranno per loro e quest'ultimi a loro volta hanno chiesto a noi di farlo per facilitargli la vita. Sono un po' confusa. Tutto questo circo perche' qualcuno vuole facilitarsi il lavoro alle spalle di qualcun'altro. 

E se mi chiedo o mi lamento che cosa mi viene detto? "Ah adesso viene fuori il temperamento italiano!" Prego? Gli do atto che siamo un popolo di lamentoni pero' e' anche vero che prendere sempre tutto come viene senza porsi domande non e' la risposta.
Questo e' solo un episodio, capitano di frequente situazioni del genere. Un altro pratico esempio sono stati i mesi passati ad insegnare a Prepress un minimo di grafica per potergli passare i lavori piu' semplici e piccoli che per noi sono una perdita di tempo e ora a distanza di mesi gli stessi lavori ce li ritroviamo sempre noi. Ma nessuno sa perche'....e soprattutto nessuno si preoccupa di sapere perche'.

2 comments:

paroleperaria said...

Anche a me verrebbe fuori il temperamento italiano!! Comunque, come hai detto prima... succede dappertutto, purtroppo. :(

CyberLuke said...

Nell'imprenditoria privata, questo è un po' più difficile, specie in tempi di tagli come questi, ma sempre possibile.
Certo, se dall'alto non c'è volontà di ottimizzare le proprie risorse umane, c'è e ci sarà sempre chi se ne approfitterà... alle volte, in una sorta di strana "buona fede" che può funzionare in contesti come quello che descrivi, forse più britannico che italico.

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