Friday 14 January 2011

Finalmente eccoti qua....Parigi

Come gia' detto in un post qua sotto, a fine novembre siamo stati qualche giorno a Parigi. Io c'ero gia' stata almeno 6 anni fa mentre per Francesco era tutto ad vedere.
La cosa era partita come gruppo ma poi chi per un motivo chi per un'altro, hanno rinunciato tutti e ci siamo ritrovati in 2. Un'amica, Fede, ha fatto il viaggio con noi ma poi ha passato la vacanza da un'amica che ha casa a Parigi.
L'eurostar Londra-Parigi è molto comodo e devo dire economico. In poco più di due ore si può passare dall'altra parte della manica, i biglietti partono da 69£ A/R e c'è la possibilità di prenotare direttamente treno+albergo dal sito eurostar che consente uno sconto. 
Siamo riusciti a trovare un'albergo in zona Operà (a due passi dal teatro Folies Bergere) tre stelle ad un prezzo ragionevole prenotando con circa un mesetto di anticipo.


Avendo 3 giorni e mezzo a disposizione ci siamo fatti un piccolo itinerario prima di partire. Il primo giorno e' quello in cui abbiamo visto di più. Siamo partiti dall'Arc de Triomphe, abbiamo percorso a piedi gli Champs Elysee passando poi nei Jardin des Tuileries fino ad arrivare al Musee D'Orsay (bello come lo ricordavo). Dopo una pausa pranzo veloce in un caffe' troppo affollato abbiamo proseguito verso il Jardin de Luxembourg e passeggiando siamo arrivati a Notre-Dame dove abbiamo gustato una buonissima crepe osservando fuori dalla finestra i primi fiocchi di neve della stagione.Ultima tappa della giornata è stato il Louvre in occasione dell'apertura serale che avviene due volte a settimana. 

Il secondo giorno l'abbiamo dedicato completamente a Disneyland, cosa nuova per entrambi.Che dire su questo "nonluogo"... forse abbiamo scelto il periodo o il giorno sbagliato ma l'ho trovato eccessivamente affollato, il che non sarebbe un problema se la struttura fosse adatta a fronteggiare la cosa, ma siccome non è così ci siamo ritrovati a fare code ovunque, ai bagni (troppo pochi), per mangiare (personale troppo lento ed impacciato) e alle giostre (la coda più assurda 70 minuti). 
Francesco ha inoltre preso parte all'animation academy, dove alla fine ha solo imparato a disegnare paperino (peró é stato bravo!)
In linea di massima però è magico quanto me l'aspettavo e apparte il difetto del sovraffollamento e del fatto che non parlano l'inglese quanto dovrebbero è un posto che va visto, meglio se da piccoli.



Il terzo giorno l'abbiamo preso più con calma dato che in lista era rimasto poco. Colazione davanti il Sacre Coeur seguito dall'immancabile quartierino di Montmartre. Dopodichè siamo arrivati a piedi davanti il Moulin Rouge e da qui abbiamo raggiunto in metro la Tour Eiffel. 
Il resto della giornata e quella seguente l'abbiamo dedicato allo shopping anche se con scarso successo.

 

//Commento di Francesco
L'esperienza fatta a Parigi mi ha lasciato abbastanza combattuto. Di solito se visito una cittá per la prima volta, cerco di capire se sia anche un potenziale luogo dove vivere. Per Parigi non so proprio cosa dire.
Da una parte c'é una bellissima città in cui mi sono sentito a casa dopo solo tre giorni, dall'altra ci sono i parigini che non ci hanno proprio accolto a braccia aperte....

Inizio col dire che se vai a Parigi, un minimo di francese lo devi sapere, a loro non interessa se vieni da un altro paese e che parli l'inglese, anzi, le volte che ho esordito con "excuse moi, parlevoux l'anglais?", non so se erano piú infastiditi dal fatto che storpiassi il loro accento con le mie delicate note romane, o che volessi comunicare con un altra lingua.

Un esempio del tipo di accoglienza che abbiamo ricevuto può essere quello che ci è successo la sera che siamo andati da "Cartier", un ristorante segnalato dalla nostra guida su Parigi che era vicino al nostro albergo: dopo aver telefonato al ristorante per prenotare il tavolo (in inglese ovviamente) ci ritroviamo in un ambiente che mi ricorda tantissimo le vecchie trattorie romane, sempre affollatissime, con i camerieri di cinquant'anni con la testa pelata e le tovaglie in carta.


Ci viene immediatamente dato un menù completamente in francese del quale siamo riusciti a capire un 30% e che mi porta a volere un bel menù tradotto. Mi giro verso il nostro cameriere e gli faccio un cenno per attirare l'attenzione ma lui bofonchia qualcosa e se ne va. Dopo un minutino torna e gli chiediamo il menù in una lingua a noi comprensibile, ma lui, mentre dice qualcosa in francese, fa una cosa che noi italiani capiamo benissimo, ovvero il gesto di "ma che palle..." squotendo la mano lungo il fianco (a quanto pare questa ce l'hanno pure loro) e dice qualcosa del tipo "no qui niente inglese, guarda il menù ed indica una cosa a caso che tanto non ci capisci niente". 
Io non faccio in tempo a guardare il menù che il cameriere era già andato a servire altri tavoli.
Una coppia di anziani seduti alla nostra sinistra, impietositi dalla nostra goffaggine, hanno provato a spiegarci in francese cosa avremmo potuto mangiare, ma essendo rimasti molto sul vago sono stati decisamente inutili...nel frattempo torna il cameriere ancora piú agitato che prende le ordinazioni dei vecchietti e si rivolge a noi per i vini...ma visto che avevamo speso tutto il tempo a sentire la vecchietta che mi spiegava che "poisson" era pesce o che "entree" era antipasto (alla quale volevo dire "grazie ar ca...fin qui ci arrivo da solo"), noi del vino non ce ne eravamo minimamente preoccupati.
Il cameriere vedendo che noi continuavamo ad essere piuttosto confusi prende e se ne va di nuovo.
Alla fine io mi decido per un antipasto di paté, Ale delle uova con la mayonese e come portata pricipale lenticchie con le salsicce (lo che non sono francesi ma vi voglio vedere a voi co sto pelatone che ci pressava...).
Mentre noi consumiamo le nostre portate, scopriamo che il cameriere che serviva la coppia alla nostra destra parlava l'inglese.

Ora...io dico....te sei stronzo. No, davvero.... Hai fretta, non capisci/non vuoi capire cosa ti dico, io non so cosa c'é scritto nel menú e faccio fatica ad ordinare... MA PERCHÉ NON CHIAMI IL TUO COLLEGA?!?!?!?!?!??

Purtroppo questo non é stato un caso isolato visto che in tre giorni e mezzo abbiamo sempre faticato a comunicare, ovviamente questo é stato il caso piú palese, ma ho sempre avuto l'impressione di essere visto piú un intruso che un turista.
Quest' anno vorrei tornare per un altro finesettimana, ma cercheró di andare con un francese migliore con la speranza di cambiare idea anche sulla popolazione.
Nonostante questo inconveniente mi sono divertito tantissimo e consiglio a tutti di visitarla, anche solo per vedere il Musee d'Orsay, probabilmente il piú bel museo che io abbia mai visto (si, mi é piaciuto anche di piú del Louvre).

N.B. A Parigi, quando fa freddo, fa MOLTO, MOLTO freddo....per la disperazione io un giorno avevo 3 magliette a maniche corte, una a maniche lunghe, maglione, giacca da neve, sciarpa, guanti e cappello e non riuscivo a stare caldo... quindi se pensate di andare d'inverno copritevi bene! ;)

Come al solito delle 200.000 fotografie scattate ne abbiamo selezionate una 50ina e se vi va dare un'occhiata le trovate QUI.

7 comments:

paroleperaria said...

Ciao ragazzi! :)
Io sono andata a Parigi tre anni fa e mi è piaciuta tantissimo, però, come voi, abbiamo avuto lo stesso tipo di problema di comunicazione, oltre che, davvero, alcuni erano proprio visibilmente infastiditi dalla presenza di stranieri nella loro terra.

Una volta, eravamo in un panificio e c'era la coda, siccome non avevamo idea di cosa ci fosse perché c'era confusione e non si vedeva il bancone, mio marito è rimasto in fila e io sono andata a sbirciare davanti a testa bassa, chiaramente non con l'atteggiamento di una che vuole sgamare la fila, ma solo guardare cosa c'era in vendita... beh, dopo tre secondi - non di più - un'acida signora mi ha ripreso in francese, dicendo qualcosa che non ho capito ma sono riuscita a distinguere la parola "queue"... che antipatia!

In particolare, poi, ricordo anche io un ristorante (ma non era Cartier) con un cameriere che non si sforzava minimamente di capirci e i menu in francese... alla fine, tra mille risate - perché a un certo punto la situazione era diventata comica - abbiamo ordinato un paio di cose e ci è andata abbastanza bene, ma non abbiamo mai avuto idea di quello che ci siamo mangiati.

Stesso discorso per EuroDisney, allora ho pensato "ma insomma, almeno qui, che c'è un turismo pazzesco, qualcuno che parla inglese dovrebbero assumerlo!"... io a Eurod. sono stata due volte e la mia esperienza è stata diversa perché la prima volta era agosto (alta stagione) e a stento riuscivi a camminare senza sbattere nelle altre persone... l'ultima volta era giugno e non dico che non c'era nessuno, ma non c'era confusione ed è stato bellissimo, siamo addirittura riusciti a fare più volte i nostri giochi preferiti (il galeone dei pirati e the small wonderful world).
Anche io adoro il Museo d'Orsay e mi è piaciuto più del Louvre, comunque bellissimo ma troppo enorme e dispersivo...

CyberLuke said...

Bentornati... I francesi sò così, prendere o lasciare.
Proverbialmente nazionalisti, sanno essere parecchio fastidiosi, ve ne dò atto.
Ma per contro: in Uk e nei paesi anglofoni, trovi parecchia gente che pensa che l'inglese è l'Idioma Universale, e che se mai sbarcassero gli alieni sarebbero loro a dover imparare la lingua e non noialtri. Inoltre, se tu parli un po' di inglese, loro iniziano a parlarti scioltamente e in velocità, e tu non ci capisci più niente.
E in Italia? Da noi, siamo consci che l'italiano è solo una lingua di periferia, parlata solo nello stivale, ciononostante la nostra conoscenza delle altre lingue è scarsissima ai limiti dell'imbarazzante.
È un po' come in Giappone, saper parlar bene l'inglese è del tutto inutile, visto che loro sono i primi a parlarlo male e in una versione storpiata (il cosiddetto japlish).

Il paese dei balocchi said...

Parigi è stupenda e magica.
I parigini sono degli stronzi inauditi.

Un'evidenza quasi scientifica.

Quando sono andata a Parigi ho cercato di evitare i parigini doc come la peste. Invece gli stranieri che lavorano lì(ristoranti/albergo) sono gentilissimi e molto disponibili.

Il mio francese non è perfetto per niente però lo so capire piuttosto bene e anche leggere abbastanza. Quindi forse questa cosa mi ha aiutato.

Per il resto che dire, tornerei a visitarla anche subito...cercando di vedere le cose che non avevo visto la prima volta.

Come gita alternativa a Disneyland (che piacerebbe vedere anche a me) vi consiglio caldamente Versailles ma in primavera/estate.
Io sono andata a inizio gennaio. C'era comunque la magia ma i giardini erano un po' tristi e non c'era nemmeno la neve.

Come sempre: complimenti per le bellissime foto!

Simone said...

Confermo sulla stronzaggine dei camerieri parigini che come aprivo bocca nel mio francese maccheronico mi prendevano in giro oppure mi mandavano direttamente a quel paese.

A Marsiglia invece la gente era gentilissima, da non farti sentire che eri straniero o che parlavi peggio di loro... peccato che il posto è un po' tipo far-west, roba che Roma a confronto è ordinatissima sicura e pulita ^^.

Simone

Alessandra said...

@Nicla: Ci sono stata a Versailles, bellissimo, poi capirai io sono malata di castelli reggie e principesse non me lo sarei proprio persa. :)

Dama Arwen said...

Ahahah!
Mi fate ammazzare dalle risate! È bellissimo leggere i vostri commenti splittati!

Io ancora non ci sono stata a Parigi: ma che i francesi e i parigini siano "antipatici" non è (solo) un luogo comune, ma una sacrosanta verità!

E io il francese NON lo parlo... lo capisco un po' ascoltandolo o leggendolo.

Coooomunque cose simili - per l'atteggiamento - capitarono anche ai miei genitori che ci andarono in viaggio di nozze 37 anni fa...

Ma davvero fa + freddo a Parigi che a Londra, in inverno???

Francesco Sternativo said...

lascia sta Fra... ci siamo cagati sotto dal freddo LOL
Una signora s'é sentita male uscendo da un negozio...probabilmente per la differenza di temperatura!

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